lunedì 30 ottobre 2017

Si se callasse el ruido - Ismael Serrano



Se si zittisse il rumore forse potremmo parlare e soffiare sulle ferite, forse capiresti che ci resta la speranza. Che bella questa canzone di Ismael Serrano e che attuale, sembra scritta in questi giorni non una decina di anni fa. Sembra scritta in questi giorni e sembra che parli direttamente agli uomini che stanno provocando questo infinito frastuono: ai nazionalisti catalani e ai loro antagonisti spagnoli, naturalmente non ai loro capi Puigdemont o Rajoy ma ai loro popoli, atterriti ma esaltati dal rumore, dagli atti di governi e parlamenti che invece di discutere e ascoltarsi urlano più forte impedendo alle loro orecchie di ascoltare, di capire e di capirsi.


(Il link alla canzone è alla fine della pagina)



Ismael Serrano




Si se callase el ruido



No te dejará dormir este estrépito infinito
que intenta llenar los días de tinieblas y enemigos.
Una estruendosa jauría se empeña en hacer callar
las preguntas, los matices, el murmullo de ojalás.

Ruido de patriotas que se envuelven en banderas,
confunden la patria con la sordidez de sus cavernas.
Ruido de conversos que, caídos del caballo,
siembran su rencor perseguidos por sus pecados.

Si se callase el ruido
oirías la lluvia caer
limpiando la ciudad de espectros,
te oiría hablar en sueños
y abriría las ventanas.
Si se callase el ruido
quizá podríamos hablar
y soplar sobre las heridas,
quizás entenderías
que nos queda la esperanza.

Ruido de iluminados, gritan desde sus hogueras
que trae el fin del mundo la luz de la diferencia.
Ruido de inquisidores, nos hablan de libertades
agrietando con sus gritos su barniz de tolerantes.

Nunca pisa la batalla tanto ruido de guerreros,
traen de sus almenas la paz de los cementerios.
Háblame de tus abrazos, de nuestro amor imperfecto,
de la luz de tu utopía, que tu voz tape este estruendo.

Si se callase el ruido
oirías la lluvia caer
limpiando la ciudad de espectros,
te oiría hablar en sueños
y abriría las ventanas.
Si se callase el ruido
quizá podríamos hablar
y soplar sobre las heridas,
quizás entenderías
que nos queda la esperanza.




Se si zittisse il rumore


Non ti lascerà dormire questo frastuono infinito
che cerca di riempire i giorni di tenebre e nemici.
Una fragorosa canea si ostina a far tacere
le domande, le sfumature, il mormorio delle speranze.

Rumore di patrioti che si avvolgono in bandiere,
confondono la patria con la sordità delle loro caverne.
Rumore dei convertiti che, caduti dal cavallo,
seminano il loro rancore inseguiti dai loro peccati.

Se si zittisse il rumore
sentiresti la pioggia cadere
ripulendo la città dai fantasmi,
ti sentirei parlare nel sogno
e aprirei le finestre.
Se si zittisse il rumore
forse potremmo parlare
e soffiare sulle ferite,
forse capiresti
che ci resta la speranza.

Rumore degli illuminati, gridano dai loro roghi
che la fine del mondo porta con se la luce della differenza.
Rumore di inquisitori, ci parlano di libertà
e con le loro urla screpolano la loro verniciatura di tolleranza.

Mai affronta la battaglia tanto rumore di guerrieri,
dai loro parapetti lanciano la pace dei cimiteri.
Parlami dei tuoi abbracci, del nostro amore imperfetto,
della luce della tua utopia, che la tua voce copra questo fracasso.

Se si zittisse il rumore
sentiresti la pioggia cadere
ripulendo la città dai fantasmi,
ti sentirei parlare nel sogno
e aprirei le finestre.
Se si zittisse il rumore
forse potremmo parlare
e soffiare sulle ferite,
forse capiresti
che ci resta la speranza.










Nessun commento:

Posta un commento