giovedì 28 maggio 2015

A inue 'olan sos puzones (Dove vanno in volo gli uccelli)





Volevo scrivere una poesia su uno dei più gravi drammi di questi anni, sulla fuga di milioni di uomini e donne africani che tentano di scappare dalla fame e dalla miseria e a volte da una morte certa per le guerre o gli integralismi etnici e religiosi. 

Mi è sembrato normale e naturale usare come simbolo metaforico gli uccelli e immaginare l'Africa come un enorme albero pieno di nidi dove nascono, vivono, muoiono e scappano uccelli di vari generi e specie, così come in Africa convivono uomini del genere umano di infinite etnie e religioni. 

Mi è sembrato normale e naturale immaginare questi uomini, donne e bambini africani che attraversano foreste, savane e deserti per arrivare davanti alla sponda sud del Mar Mediterraneo disposti a rischiare la vita per attraversarlo e sognare di trovare nella sponda nord pane e serenità dopo la fame e la paura. 


Purtroppo non sempre è così, troppe cornacchie umane scorrazzano in quella sponda (nella vecchia opulenta Europa) e se possono li scacciano via senza alcuna pietà.











A inue 'olan sos puzones
     (Frantziscu Sotgiu Melis Pes)



In cussu mannu e biu arbure chi mutimos Africa biven 1 miliardu e 100 miliones de “puzones”. Medas de issos chircan de si c’olare atesu dae sas gherras, ateros dae su famene e ateros galu dae una vida de miseria e de sufferenzia. Custa poesia est po issos. Contr’a cale si siat fromma de ratzismu.



In d’un' arbure artu e coloriu
b’at medas nios, di biven’ sos puzones
e naschen’ sos bentreddos in beranu.
Chircan’ recattu ziran sos cuzones
comintzan' a s’arbòre su manzanu
e a s’iscurigada no an’ finiu.

Un’istullu una die si ch’est fuiu
illùdiu si ch’est artziau a chelu
subra nues brincandeche su mare.
Ma prus pigaiad’ a susu prus d’iat gelu
c'at perdidu s’andèra po torrare
e dae tando nessunu d’at pius biu.

B’at puzones chi 'olan cara a bentu
chircande àteros mundos' e nios,
naes, po torrare a comintzare.
Si arribana, sun' prus mortos che bios,
medas ch'enin ingurtos de su mare
o ruene a terra cun d'unu lamentu.

Mérulas ch'atraessan’ sa nue morta
istrampan’ in sos pàsculos amenos
pentzan’ inie de si podet frimmare.
Ma sas corrogas no cheren’ anzenos,
a bolu bassu das faent bolare
isuliandecheddas onzi 'orta.




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Dove vanno in volo gli uccelli

In quel grande e vivo albero che chiamiamo Africa vivono 1 miliardo e 100 milioni di “uccelli”. Molti di loro cercano di volare via dalle guerre, altri dalla fame e altri ancora da una vita di miseria e di sofferenze. Questa poesia è per loro. Contro qualsiasi forma di razzismo.

In un albero alto e colorito/ci sono molti nidi, ci vivono gli uccelli/e nascono i pulcini in primavera./Cercano cibo, girano tutti gli angoli/iniziano la mattina all’alba /e al tramonto ancora non hanno smesso.//Uno storno un giorno è scappato/ illuso è salito nel cielo/su nuvole per saltare il mare./Ma più saliva in alto più c’era gelo/non ha trovato il sentiero del ritorno/e da allora nessuno l’ha più visto//Ci sono uccelli che volano faccia al vento/cercando altri mondi ed altri nidi/rami per ricominciare./Se arrivano, sono più morti che vivi/molti vengono inghiottiti dal mare/o cadono per terra con un lamento.//Merli attraversano la nuvola morta/e piombano a terra nei pascoli ameni/pensano che lì si possono fermare./Ma le cornacchie non vogliono estrani/a volo basso li fanno volare/scacciandoli via tutte le  volte.



domenica 24 maggio 2015

Orchidee spontanee della Sardegna: Ophrys apifera (con varietà e forme teratologiche)


Oggi presento una sorta di monografia delle Ophrys apifera presenti in Sardegna. 
Oltre alla specie tipo, in anni di lavoro e di ricerca ho avuto modo di documentare anche le sue varietà e le varie forme teratologiche e regressive.



Ophrys apifera Huds.


Etimologia: dal latino "portatrice di api".

Distribuzione: mediterranea-atlantica, è presente nel continente europeo dal mar Caspio fino all'Inghilterra del Nord; è presente in tutte le regioni italiane diffusa in tutte le regioni, con esclusione delle pianure alluvionali e dell'alta montagna.

Habitat: in Sardegna nei più svariati, in ambienti secchi e umidi (presente nelle zone lagunari lungo le coste), di preferenza prati, garighe e incolti, macchie e radure dei boschi, da 0 a 1000 metri di quota.


Fioritura: da marzo a giugno.



















Nella foto seguente la tipica conformazione a S della parte finale del rostro e le due masse polliniche pronte a ripiegarsi verso la cavità stigmatica attuando l'autofecondazione che è frequentissima nelle Ophrys apifera anche se non è la regola esclusiva.






Ophrys apifera var. chlorantha (Hegetschw.) Arcang. 

Sepali bianchi e labello giallo-verdastro:











Ophrys apifera var. fulvofusca M.P. Grasso & Scrugli, 

Labello bruno-rossastro scuro, senza macula:







Ophrys apifera var. bicolor (Nägeli) E. Nelson 

Labello marrone nella parte distale e giallastro in quella basale:

(Foto di Gianni Bonini)







Alcune forme teratologiche


Col  labello tepaloide, in particolare a questa forma anomala e regressiva, gli studiosi danno l'interpretazione di un tentativo di ritorno alla sua forma ancestrale actinomorfa.







Doppio labello










Triplo labello






La massa pollinica ripiegata verso la cavità stigmatica anche in questa forma teratologica a tre labelli