mercoledì 4 febbraio 2015

Pablo Iglesias Puerta del Sol Madrid 31.1.2015






      Un giorno bloccato in casa da un fastidioso mal di schiena. Mi sono ascoltato tutto l'intervento di Pablo Iglesias Turrión alla manifestazione nazionale di Podemos di sabato 31 gennaio e piano piano ho iniziato a tradurlo in italiano. La cosa mi ha preso talmente facendomi dimenticare il mal di schiena. 
         Ho smesso solo quando dopo ore di piacevole lavoro ho finito di tradurre tutto il discorso.
           Ed eccolo qui tutto per gli interessati. 
                            Alla fine della pagina il live del discorso in spagnolo.



Pablo Iglesias Turrión


"Come è bello vedere la gente fare la storia. E' emozionante vedere un popolo sorridere a Puerta del Sol. Un popolo con la voce da gigante che chiede cambiamento, giustizia sociale e democrazia. Qui vedo la gente  che merita. Qui vedo la speranza di costruire insieme un futuro migliore. Qui vedo sognatori. Buon pomeriggio. Arratsaldeon. Boastardes. Benvenuti a Madrid.

Bisogna sognare, ma sogniamo prendendo  seriamente i nostri sogni. La Puerta del Sol, ancora  una volta simbolo del futuro, del cambiamento, della dignità e del coraggio. 2 maggio 1808, non sono stati i re ne i generali  ne i brillanti reggimenti del Palazzo Reale, che si opposero all'invasione. E'stato il popolo di Madrid, che ora è in questa piazza con noi, quello che conquistò con il sacrificio, la dignità contro un'invasione intollerabile. Sono stati quelli di sempre, quelli che stanno in basso, gli umili, quelli che hanno affrontato la vergogna e la viltà dei governanti che difendevano solo i loro privilegi senza importargli di nient’altro. Questa gente coraggiosa e umile è nel nostro DNA e ne siamo orgogliosi.

Più di 100 anni dopo, guardando al balcone sotto l'orologio, c'erano persone che sognavano una Spagna moderna e democratica dove non vi erano differenze tra uomini e donne. Dove tutti i bambini abbiano una scuola pubblica dove andare. Dove il buio e l'ignoranza sono sostituiti per sempre dalla giustizia sociale e dal progresso. Questa gente coraggiosa è nel nostro DNA e ne siamo orgogliosi.
Questa Puerta del Sol ha visto questa gente coraggiosa, umile. Quelli che stanno in basso. Quelli che sempre hanno difeso la democrazia e la giustizia quando il totalitarismo e il terrore aleggiavano sul nostro paese. Questa gente coraggiosa è nel nostro DNA e ne siamo orgogliosi.

Quando non c'erano le libertà, la Puerta del Sol ha visto giovani studenti e lavoratori rischiare tutto per la dignità del nostro Paese. Siamo orgogliosi di queste persone. QuestaPuerta del Sol ha visto la riconquista delle libertà e quel 15 maggio ha visto migliaia di giovani gridare 'non ci rappresentano', 'vogliamo democrazia'. Quelle persone coraggiose sono qui ora. Voi siete la forza del cambiamento. Grazie per essere qui.

Oggi in questa Puerta del Sol sogniamo. Ma prendiamo molto sul serio i nostri sogni. Oggi sogniamo un paese migliore. Ma non abbiamo riempito la Puerta del Sol per sognare, ma per rendere realtà i nostri sogni nel 2015. I sogni bisogna realizzarli. E quest'anno lavoreremo perché il cambiamento politico avvenga. Quest'anno abbiamo iniziato qualcosa di nuovo. Quest'anno è l'anno del cambiamento e andiamo a vincere le elezioni sconfiggendo il Partido Popular.

C’è da sognare e noi sogniamo, ma prendiamo molto sul serio i nostri sogni. Atene, Europa, gennaio 2015, anno del cambiamento. ‘Fisái i ánemos dimokratikís alayís stin Evropi’ [In greco] (il vento del cambiamento comincia a soffiare in Europa). Meno di una settimana di nuovo governo in Grecia: elettricità gratis per 300.000 famiglie che non potevano pagarla; la sospensione dei processi di privatizzazione dei porti, della compagnia elettrica e di 14 aeroporti. Ristabilita la copertura sanitaria per tutti i cittadini. Il riconoscimento della nazionalità greca a tutti i bambini indipendentemente dal colore della loro pelle, riassunzione degli insegnanti licenziati, la rimozione immediata delle recinzioni che separavano il Parlamento dal popolo. E poi, un primo ministro che non ha bisogno di giurare con la cravatta e il cui primo atto simbolico è quello di onorare gli eroi della resistenza contro l'occupazione tedesca. Chi ha detto che non si può? Chi ha detto che un governo non può cambiare le cose? Oggi la Grecia ha un governo del cambiamento. Oggi i governi italiano e francese riconoscono che bisogna mettere limiti alla Merkel. Forse è lei che è isolata in Europa. In Grecia hanno perso i loro delegati. Ha perso il suo delegato Samaras e perde il suo delegato Rajoy che è andato ad Atene per appoggiare il governo del fallimento. In Grecia, alla fine, ha vinto il popolo greco.

Sogniamo, ma prendiamo molto seriamente i nostri sogni. In Grecia si è fatto di più in sei giorni di quello che hanno fatto molti governi in anni. So che dovranno affrontare difficoltà. So che governare è difficile. Ma quelli che sognano seriamente possono cambiare le cose e oggi in Grecia c'è un governo serio, un governo responsabile, un governo che lavora per il suo popolo. Molti vogliono legare il destino di Podemos al destino del governo greco. Sosteniamo i nostri fratelli, ma nessuno ha fatto i compiti a casa per loro e nessuno farà i compiti degli spagnoli. Ai cittadini spagnoli tocca ora essere protagonisti della nostra storia e andiamo a sognare, ma credendo seriamente nei nostri sogni.

Le politiche del signor Rajoy non creano posti di lavoro, diffondono la miseria, impieghi precari  e  salari indegni, questa è la sua ripresa?, questa è la sua ripresa?Il Comitato europeo dei diritti sociali ha appena denunciato che il salario minimo spagnolo non garantisce una vita dignitosa. Quasi otto milioni di lavoratori guadagnano sotto i mille euro o molto meno,questa è la sua ripresa? A questi dobbiamo aggiungere le centinaia di migliaia di autonomi o di falsi lavoratori autonomi, di piccoli commercianti e impresari che devono fare giochi di prestigio per sbarcare il lunario. Sono i difensori del totalitarismo dei tagli e dell’austerità che stanno distruggendo la Spagna. Loro sono quelli che rompono il consenso. Loro sono gli anti sistema. I tagli e le politiche di austerità stanno dividendo il Paese in due: coloro che hanno beneficiato della crisi  e coloro che stanno peggio di prima, quelli che stanno sopra e quelli che stanno sotto.

Per lungo ci hanno fatto credere nelle menzogne, ci hanno fatto credere nella menzogna secondo la quale le cose funzionano se ai più ricchi gli affari vanno molto bene. Se ai ricchi va bene, a tutti andrà bene. Se i ricchi sono felici e se li lasciamo correre a loro piacere la società progredisce e tutti ne trarremmo beneficio, è una menzogna! E’ una storia che è diventata un incubo, ma ora reclamiamo il nostro diritto a sognare di costruire insieme un paese migliore per la gente. Solo quando quelli di sotto vogliono e quelli di sopra non posso impedirlo si apre  la possibilità di cambiamento. Il cambiamento quelli che stanno sopra lo chiamano esperimento e caos. Quelli che stanno sotto lo chiamiamo democrazia. Che cos'è la democrazia? La democrazia è la capacità di cambiare quello che non funziona e quello che hanno fatto i governi di questo paese non ha funzionato. Oggi non siamo qui per protestare, noi siamo qui perché sappiamo che il momento è adesso. Da quello che saremmo capaci di fare adesso dipende quello che accadrà a un'intera generazione, ai nostri figli, ai nostri anziani, ai nostri fratelli e sorelle, ai nostri giovani, al nostro paese. A tutti loro dobbiamo un paese e un futuro migliore. Ed è per questo che siamo qui, non per protestare.

Sogniamo, ma prendiamo molto seriamente i nostri sogni. Il compito che ci aspetta lo devono svolgere gli spagnoli  che vogliono cambiare. Gli spagnoli che vogliono un paese migliore, e sogniamo si, ma sogniamo sul serio un paese in cui quelli che stati costretti ad andarsene possano avere un biglietto di ritorno, un paese in cui chi vuole portare avanti progetti può farlo senza dover fare decidere alle banche. Un paese in cui avere una casa non diventi un calvario per tutta la vita. Un paese dove i salari non siano di miseria, un paese dove ci siano politiche che vaccinino contro l'esclusione e la povertà. Oggi diciamo a questi aristocratici arroganti, a questa casta che insulta e dice menzogne: la libertà e l'uguaglianza trionferanno.
Pablo Iglesias Turrión e Pepe Mujica
Sogniamo, ma prendiamo molto seriamente i nostri sogni.  Che cosa intendiamo quando sogniamo un cambiamento? Vogliamo un cambiamento che garantisce le pensioni degli anziani, che si sono rotti la schiena lavorando. Vogliamo un cambiamento che migliori le nostre piccole e medie imprese e serva per e le faccia entrare nel nostro tessuto industriale, vogliamo che il nostro investimento in I+D+I (ricerca scientifica + sviluppo + innovazione tecnologica) sia equiparato alla media europea, vogliamo supportare l'industria innovativa, la sovranità tecnologica, la sovranità alimentare ed energetica, vogliamo un cambiamento che apre le porte alla green economy per uscire da un modello di mattone improduttivo, instabile e precario, che produce solo precarietà e lavoratori autonomi asfissiati. Vogliamo un cambiamento del modello energetico che non sperperi, che supporti le energie rinnovabili e faccia finire i monopoli.

Vogliamo un cambiamento nel mercato del lavoro per produrre e competere meglio, al posto della facilitazione dei licenziamenti e dell'abbassamento dei salari. Vogliamo un cambiamento che metta in ordine i conti, sapendo cosa e come spendiamo, dobbiamo affrontare una battaglia senza quartiere contro la frode fiscale. In questo modo si garantiscono i diritti per tutte le persone.

Sogniamo, ma prendiamo molto seriamente i nostri sogni. E il sogno di un paese in cui nessuno è lasciato fuori. Dove chiunque si può riscaldare in inverno. Dove non c'é una famiglia senza casa per la notte. Mai più un paese senza la sua gente. Per questo, è necessario dispiegare un piano di salvezza nazionale, che faccia il massimo degli sforzi per fermare l'emorragia e il  soffocamento che impediscono la ripresa. Dobbiamo dedicare urgentemente risorse nazionali a quei settori più vulnerabili ed esclusi. Dobbiamo dare ascolto ai premi Nobel sulla questione della ristrutturazione del debito. Tale ristrutturazione deve essere meticolosa, affidabile e onesta. Deve essere coerente con la quarta maggiore economia dell'euro come è la Spagna. La posta in gioco oggi in Europa e in Spagna è la stessa democrazia. E contro il totalitarismo finanziario noi siamo per la democrazia.

Pochi giorni fa sono incontrati al Forum di Davos i grandi investitori globali. 1.700 jet privati sono atterrati per discutere del cambiamento climatico. Dobbiamo ricordare che la sovranità europea non è a Davos, non è la Bundesbank, non è la Troika, non Merkel. Sovranità europea è dei cittadini. Basta col sequestro della sovranità, basta con i governi codardi che non difendono i loro popoli.

Sogniamo, ma prendiamo molto seriamente i nostri sogni. E oggi sogniamo di un'Europa dei cittadini. Non dei commercianti e delle banche. Un'Europa delle persone e dei popoli. Permettetemi di salutare alcuni sognatori. Quei giovani che hanno riempito le strade di maggio, questi cittadini esemplari che hanno fermato gli sfratti con i loro corpi rischiando la loro libertà. Quegli eroi ed eroine in camice bianco che difendevano il diritto alla salute e al lavoro dignitoso per gli operatori sanitari. I malati di epatite che hanno dovuto occupare gli ospedali per rivendicare il loro diritto di vivere. Quella marea verde che ci ha ricordato che non c'è democrazia senza istruzione pubblica di qualità. Questa classe operaia coraggiosa, lavoratori dell'AENA, lavoratori della Coca-Cola sono un esempio. Questi nonni e nonne instancabili e quelli chiamanti 'yayoflautas' che difendono la loro dignità difendono quella dei loro figli e dei loro nipoti. Quelle migliaia di giovani esuli che ci stanno guardando in 'streaming': vi prometto che costruiremo un paese che vi dia la possibilità di tornare indietro. Quelle donne che hanno dovuto ricordare che nessuno ha il diritto di decidere sui loro corpi. Quelli truffati dai venditori dei pacchetti finanziari ad alto rischio che ci hanno messo al corrente di come i criminali più pericolosi utilizzano gel per capelli e la cravatta. Gli studenti che sono stati l'avanguardia della comunità universitaria. Questi lavoratori migranti, nessuno ha il diritto di chiamarli stranieri in Spagna. Grazie. Grazie a tutti per essere movimento popolare senza il quale il cambiamento non sarà possibile nel nostro paese.

Sogniamo, ma prendiamo molto seriamente i nostri sogni. Alcuni dicono che la Spagna è un marchio. Credono che tutto può essere comprato e venduto. Noi amiamo il nostro paese, che affonda le sue radici in una storia di lotta per la dignità. Coloro che credono che tutto può essere comprato e venduto volevano fare di quel cavaliere della triste figura un marchio. Nel marketing. Maledetti siano quelli che vogliono trasformare la nostra cultura in merce.

Ha detto Antonio Machado, attraverso il suo Juan de Mairena, che quel signore pazzo era un esempio; un esempio di nobiltà e coraggio contro l'ingiustizia, ha detto che a volte mancano pazzi degni che affrontino i potenti, mancano sognatori coraggiosi che sappiano sognare un mondo migliore e che hanno il coraggio di chiamare le cose con il loro nome. Mancano sognatori che hanno il coraggio di difendere i più deboli, che hanno il coraggio di affrontare quelli in alto. Mancano Chisciotte. Siamo orgogliosi di quel sognatore a cavallo, di quello spagnolo universale. Non permettiamo che i traditori convertano Chisciotte in un marchio, non permettiamo che comprino e vendano la dignità e la bellezza, non permettiamo che comprino e vendano i sorrisi, il diritto del nostro popolo a sorridere non si vende, il diritto ad avere scuole e ospedali non si vende, la sovranità non si vende.

Il nostro paese non è un marchio, il nostro paese è la gente. Hanno voluto umiliare il nostro Paese con questa truffa che chiamano austerità. Mai più la Spagna senza la sua gente, mai più la Spagna come un marchio perché facciano affari i ricchi. Noi non siamo un marchio, siamo un paese di cittadini, sogniamo come Don Chisciotte, ma prendiamo molto seriamente i nostri sogni. E oggi diciamo patria con orgoglio e diciamo che la patria non è una spilla nel bavero, non è un braccialetto. La patria è quella comunità che protegge tutti i cittadini, che rispetta la diversità di nazionalità, che assicura che tutti i bambini, qualunque sia il colore della loro pelle, vanno puliti e con le scarpe ad una scuola pubblica, la patria è la comunità che garantisce che i malati sono i benvenuti nei migliori ospedali e con i migliori farmaci. La patria è questa comunità che ci permette di sognare un paese migliore, ma credendo seriamente nei nostri sogni. Madrid, Europa, 31 gennaio 2015, l'anno del cambiamento. Possiamo sognare, possiamo vincere. "







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