martedì 28 ottobre 2014

Misteri e silenzi sulle intossicazioni da funghi




Il 16 Ottobre sulla stampa appare la notizia che agli “Ospedali Riuniti” di Reggio Calabria è stata ricoverata una famiglia di tre persone (marito, moglie e un figlio) che stanno combattendo tra la vita e la morte a causa di un avvelenamento provocato dal
Macrolepiota procera (mazza di tamburo)
consumo a pranzo, di funghi scambiati per le comuni “mazze di tamburo”.

Quattro giorni dopo sempre sulla stampa, anche su quella nazionale, nuova notizia di una gravissima intossicazione da funghi. Sempre in Calabria, questa volta a Cosenza o meglio in provincia di Cosenza a Corigliano Calabro. La notizia è che gli intossicati sono quattro di cui due sono deceduti e due in gravissime condizioni. I quattro intossicati erano stati ricoverati al centro antiveleni dell’ospedale “Buccheri  – La Ferla – Fatebenefratelli” di Palermo. 

Nessuno dice niente sul fungo responsabile dell’intossicazione, solo che probabilmente
Agaricus campestris (prataiolo)
è stato scambiato con i prataioli (Agaricus sl). Nei giornali e telegiornali che danno la notizia appaiono le foto delle più varie e improbabili specie fungine, non si capisce se si intende imputare a loro la causa dell’avvelenamento o che altro. Diversi giornali si spingono ad ipotizzare la specie responsabile, la più gettonata è Amanita verna.
In generale, comunque, entrambe le vicende sono avvolte nel mistero. Le ASL interessate non intervengono né con comunicati ne con informazioni e in diversi siti internet e su diverse pagine di gruppi che si occupano  di micologia o più semplicemente di scambi di informazioni tra cercatori e consumatori di funghi ad uso alimentare, si scatenano le ipotesi più fantasiose.
Agaricus xanthoderma (tossico)
Ad esempio molti hanno sostenuto che siccome il fungo incriminato è stato scambiato per  il comune prataiolo e siccome alcuni  giornali hanno accompagnato l’articolo con la foto di un Agaricus che sembrerebbe Agaricus xanthoderma e siccome tale specie è specie tossica, è automatico che a causare l’avvelenamento (compresi i due decessi) sia stato tale fungo. A nulla servivano i richiami alla prudenza da parte di chi sosteneva che A. xanthoderma è sì una specie tossica ma non letale e le sue intossicazioni si risolvevano in poche ore con lavande gastriche o dopo vomiti e forti mal di pancia che costringevano gli intossicati a lunghe sedute nel water del bagno.


Lepiota josserandii              Velenoso mortale
Ora  passate due settimane dal primo e oltre una settimana dal secondo avvelenamento, abbiamo finalmente qualche notizia in più. Nel caso dei tre intossicati di Reggio Calabria che hanno rischiato la morte o il trapianto di fegato, pare che il responsabile sia il genere Lepiota, non sappiamo ancora la specie. Sappiamo che la sindrome riscontrata dall’ospedale era la sindrome falloidea e che nel genere Lepiota sono 24 le specie sospettate di contenere le tossine responsabili di tale sindrome, di queste ventiquattro, 15 sono quelle in cui è stata dimostrata la presenza di tali tossine:  L. josserandii  (= L. sub incarnata), L. brunneoincarnata, L. helveola, L. griseovirens, L. kuehneri, L. pseudohelveola, L. langei, L. ochraceofulva, L. brunneolilacea, L. felina, L. clypeolarioides, L. fulvella, L. heimii, L. xanthophylla, L. castanea.
Lepiota brunneoincarnata              Velenoso mortale
Nelle seguenti rimanenti 9 specie, le tossine sono state segnalate, ma la loro presenza non è stata ancora confermata: L. cristata, L. lilacea, L. clypeolaria, L. fuscovinacea, L. citrophylla, L. helveloides, L. locanensis, L. pseudolilacea, L. rufescens.

Amanita verna                        Velenoso mortale
Lepiota helveola            Velenoso mortale
Anche nel caso degli intossicati di Corigliano Calabro, la stampa, la ASL e le istituzioni in genere, non hanno certo brillato per trasparenza. Era stata data la notizia di 4 avvelenati di cui  2 morti: un commerciante di 43 Dino Falco e una giovane romena di 23 anni. In realtà è deceduto solo Dino Falco, invece, la ragazza è stata trapiantata e assieme agli altri due ricoverati ha la possibilità di salvarsi la vita. Ed anche il fungo probabilmente è lo stesso: il Genere è Lepiota, la specie ancora non individuata. Ma non Amanita verna come erroneamente pubblicato, inventando, da qualche giornale.


Non ritengo sia superfluo ricordare a tutti, in particolar modo ai cercatori, raccoglitori e consumatori, che è sempre necessario quando raccogliamo funghi ad uso alimentare, essere sicuri nel modo più assoluto che si tratti di specie commestibili. Esistono nelle ASL gli ispettorati micologici che svolgono quotidianamente un servizio di consulenza, rivolgiamoci a loro, salvaguardiamo la nostra salute e in qualche caso salviamoci la vita.


Lepiota cristata             (probabilmente velenoso mortale)