lunedì 15 settembre 2014

Victor Jara - Estadio de Chile (Stadio del Cile)






Oggi è l'anniversario (41°) della tragica morte di Victor Jara, ho già scritto di chi era, di cosa ha rappresentato per la mia generazione, di quando e di come è morto ecco il link:

http://francosotgiu1.blogspot.it/2013/09/te-recuerdo-victor-jara.html


Voglio ricordarlo, pubblicando la mia traduzione della sua poesia/canzone Estadio de Chile che non ha mai potuto ne recitare ne cantare. 
La poesia fu scritta negli ultimi giorni, forse nelle ultime ore della sua vita proprio nello stadio Chile a Santiago dove fu imprigionato. Fu ritrovata dalla moglie in una tasca degli indumenti che indossava quando venne rinvenuto il suo cadavere.


Stadio del  Cile

Siamo cinquemila
in questa piccola parte della città.
Siamo cinquemila
quanti saremo in tutto
nelle città e in tutto il paese?
Solo qui, diecimila mani che seminano e fanno funzionare le fabbriche.
Quanta umanità
con fame, freddo, panico, dolore,
pressione morale, terrore e follia.
Sei di noi si sono persi
nello spazio delle stelle.
Uno morto, uno picchiato come mai ho creduto
si potesse picchiare un essere umano.
Gli altri quattro hanno voluto togliersi tutti i timori
uno saltando nel vuoto,
un altro sbattendo la testa contro il muro,
ma tutti con lo sguardo fisso della morte.
Che orrore il volto del fascismo!
Svolgono i loro piani con precisione millimetrica
senza importargli nulla.
Il sangue per loro sono medaglie.
la mattanza è un atto di eroismo.
E' questo il mondo che hai creato, Dio mio?
Per questo i tuoi sette giorni di lavoro e di riposo?
In queste quattro mura c’è solo un numero
che non aumenta,
che lentamente vorrà ancora di più la morte.
Ma improvvisamente mi colpisce la coscienza
e vedo questa marea senza battito,
ma col pulsare delle macchine
e i militari che mostrano la loro faccia da matrona
piena di dolcezza.
E il Messico, Cuba e il mondo?
Che urlino questa atrocità!
Siamo diecimila mani
che non producono.
Quanti siamo in tutta la patria?
il sangue del compagno Presidente
colpisce più forte di bombe e mitragliatrici.
Così colpirà di nuovo nostro pugno.
Canto che male mi esci
quando devo cantare la paura!
Paura come quella che vivo
come quella che muoio, paura.
Di vedermi tra tanti e tanti
momenti di infinito
in cui il silenzio e il grido
sono i fini di questa canzone.
Quello che ho visto,
quello che ho sentito e sento

farà sbocciare il momento ... 



Estadio de Chile

Somos cinco mil
en esta pequeña parte de la ciudad.
Somos cinco mil
¿cuantos seremos en total
en las ciudades y en todo el pais?
Sólo aquí, diez mil manos que siembran y hacen andar las fabricas.
Cuanta humanidad
con hambre, frío, pánico, dolor,
presión moral, terror y locura.
Seis de los nuestros se perdieron
en el espacio de las estrellas.
Un muerto, un golpeado como jamás creí
se podria golpear a un ser humano.
Los otros cuatro quisieron quitarse todos los temore
uno saltando al vacío,
otro golpeandose la cabeza contra el muro,
pero todos con la mirada fija de la muerte.
¡Qué espanto causa el rostro del fascismo!
Llevan a cabo sus planes con precisión artera
sin importarles nada.
La sangre para ellos son medallas.
La matanza es acto de heroísmo.
¿Es éste el mundo que creaste, Dios mio?
¿Para esto tus siete días de asombro y de trabajo?
En estas cuatro murallas sólo existen un número
que no progresa,
que lentamente querrá más la muerte.
Pero de pronto me golpea la conciencia
y veo esta marea sin latido,
pero con el pulso de las maquinas
y los militares mostrando su rostro de matrona
lleno de dulzura.
¿Y México, Cuba y el mundo?
¡Que griten esta ignominia!
Somos diez mil manos menos
que no producen.
¿Cuantos somos en toda la patria?
la sangre del compañero Presidente
golpea más fuerte que bombas y metrallas.
Asi golpeará nuestro puño nuevamente.
¡Canto qué mal me sales
cuando tengo que cantar espanto!
Espanto como el que vivo
como el que muero, espanto.
De verme entre tanto y tantos
momentos del infinito
en que el silencio y el grito
son las metas de este canto.
Lo que vi,
lo que he sentido y lo que siento
hará brotar el momento...



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