venerdì 25 gennaio 2013

Julius Schäffer il micologo ucciso dai funghi - Sindrome paxillica



Paxillus involutus (Batsch) Fr.

Nella storia della micologia, il caso di cui ci occupiamo in queste righe, è il solo conosciuto di morte di un micologo per avvelenamento da funghi.

Julius Schäffer (3 giugno 1882 Markgröningen - 21 ottobre 1944 Weilheim in Oberbayern) insegnante e micologo tedesco.
Insegnò chimica, biologia e matematica. Come micologo si è occupato dello studio degli Agaricales e in particolare delle specie dei  generi Cortinarius e Russula. Di lui ci rimangono: una monografia sul genere Russula, i suoi lavori, pubblicati postumi dalla moglie Liesel con l'aiuto di altri micologi per la serie di pubblicazioni “Die Pilze Mitteleuropas” e la ancora oggi utilizzata reazione Schäffer per identificare alcune specie fungine.
Nell’autunno del 1944, in piena guerra, con la mancanza di generi alimentari, i funghi erano ricercatissimi. 
Schäffer e la moglie impegnati in un seminario didattico a Weilheim in Alta Baviera con un gruppo di studenti, durante un’escursione micologica raccolsero una grande quantità di funghi della specie Paxillus involutus che a quel tempo era considerato un fungo buon commestibile. Schäffer, che aveva negli anni sviluppato una certa avversione per l'uso alimentare dei funghi, in quell’occasione preso dai morsi della fame, chiese alla moglie di preparare i miceti per mangiarli con lei a pranzo. Nel pomeriggio,  il micologo si sentì male: vomito, diarrea e febbre, i sintomi di un avvelenamento da funghi.


Purtroppo una serie di circostanze sfavorevoli causate dalla guerra, determinarono ritardi nelle terapie necessarie all’intossicato che risultarono fatali: gli approvvigionamenti dei medicinali con le strade poco percorribili a causa dei bombardamenti erano scarsi perciò nella farmacia del medico di Weilheim  mancavano i materiali occorrenti per una lavanda gastrica. Sempre a causa dei bombardamenti  che avevano distrutto le linee telefoniche non si poteva comunicare con l’ospedale della zona  e a causa della mancanza della benzina Schäffer ha potuto essere ricoverato solo  dopo due giorni. Questi ritardi nell’adottare le terapie necessarie, determinarono l’inutilità delle cure. Schäffer morì dopo diciassette giorni di sofferenza, il 21 Ottobre 1944.

 Paxillus involutus (Batsch) Fr.

Sindrome paxillica (o citotossica allergica)

Non si tratta di un vero e proprio micetismo, ma di una grave malattia immunitaria (o allergica) che non colpisce perciò tutte le persone, ma solo alcuni singoli individui che si erano sensibilizzati in precedenza verso uno specifico antigene proteico parzialmente termolabile (forse un difenilciclopentenone chiamato Involutina) presente nel fungo Paxillus involutus (gruppo) e Paxillus rubicundulus (= P. filamentosus) (sarebbero segnalati isolati casi anche con il consumo ripetuto di altre specie fungine quali il Suillus luteus e Boletus luridus).


Poiché le specie responsabili sono considerate commestibili, anche se a commestibilità condizionata ad un tempo di cottura prolungato per la presenza dell’Involutina che è parzialmente termolabile, molti raccoglitori ne smentiscono la pericolosità perseverando nella loro raccolta e consumo. Ciò li espone a gravi rischi non solo per se stessi, ma anche per gli altri eventuali commensali, in quanto l’accumulo della sostanza velenosa non totalmente degradata dalla cottura (soprattutto se in pasti abbondanti e ravvicinati) sarebbe alla base della stimolazione immunitaria.
 Paxillus involutus (Batsch) Fr.



Si tratta in ogni caso di un’eventualità molto rara anche se sono stati segnalati numerosi episodi negli ultimi vent’anni, talora con esito mortale.Generalmente la sindrome paxillica compare in persone abituate da tempo a mangiare questo fungo (in Polonia, ad esempio, la raccolta di questo fungo è molto diffusa e popolare) e che avevano precedentemente già osservato alcuni fenomeni di intolleranza (così come avviene in tutte le allergie e/o intolleranze alimentari, esse non compaiono improvvisamente, ma iniziano un po’ alla volta fino ad assumere un elevato grado di gravità. Perciò chi è intollerante o allergico ad un alimento, fungo compreso, già lo sapeva, ma aveva ugualmente deciso di consumarlo!).

Dopo alcune ingestioni in una persona sensibile, l'antigene contenuto nel fungo provoca la formazione di speciali anticorpi, così che i globuli rossi di questo paziente risultano "sensibilizzati" verso tale sostanza. L’eventuale nuova ingestione della stessa specie fungina scatena immediatamente una reazione allergica (ed in questo caso la reazione antigene-anticorpo avviene sulla membrana dei globuli rossi!) con possibili gravi conseguenze.

Dopo un periodo di latenza che oscilla da uno a due ore (secondo altri Autori 3-9 ore), e solo quando consumati poco cotti, possono comparire i tipici sintomi di una “Sindrome emolisinica”(cioè da tossine termolabili con sintomi a carico dell’apparato gastroenterico) malessere, vomito, diarrea, dolori addominali (questa fase della sintomatologia non compare se i funghi responsabili sono stati a lungo cotti!); successivamente (fino ad alcuni giorni!) e solo nei soggetti precedentemente sensibilizzati, compaiono ittero emolitico, emoglobinuria e successivamente marcata riduzione della diuresi (oliguria-anuria), collasso cardiocircolatorio, insufficienza renale acuta e stato di shock. Si tratta di una classica e grave forma di anemia emolitica autoimmune (AEA) la cui prognosi può anche essere infausta poiché anche un adeguato trattamento medico non risulta sempre essere efficace. Esso comprende lavanda gastrica e somministrazione di carbone vegetale più una terapia di supporto a base di cortisonici, antistaminici e una attenta idratazione del soggetto intossicato; in caso di anemia emolitica può essere necessaria la somministrazione di sostituti plasmatici (trasfusioni di sangue).

 (dal forum di A.M.I.N.T. Associazione Micologica Italiana Naturalistica Telematica - Micotossicologia - Intossicazioni Da Funghi) 


http://www.funghiitaliani.it 





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