martedì 27 novembre 2012

Non sono povero - Pepe Mujica









"Non sono povero, poveri sono coloro che credono
che io sia povero.
Ho poche cose, sì, il minimo,
ma solo per essere ricco. "
"Voglio avere il tempo
da dedicare alle cose che mi motivano.
E se avessi un sacco di cose avrei dovuto
dedicarmi a loro e non fare
quello che davvero mi piace.
Questa è la vera libertà,
l’austerità, il consumare poco. La casa piccola,
per poter dedicare il tempo
a quello che veramente piace.
Altrimenti, dovrei avere un dipendente
e dentro casa già ho una che mi aiuta.
Se ho molte cose

devo passare tempo a controllarle perché
non me le portino via.
No, tre piccoli pezzi mi bastano.
Passiamo la scopa la vecchia e io;
e subito, abbiamo finito.
Dopo abbiamo il tempo
per quello che realmente ci appassiona. Non siamo poveri ".





Pepe Mujica e Lucia Topolansky


Uscendo fuori dagli argomenti che di solito tratto in questo blog, questa volta voglio parlare di quest'uomo senza voler fare filosofia e senza esaltarne oltremodo la figura limitandomi solo (ma questo è già tanto) alla nuda biografia.


José Alberto “Pepe” Mujica Cordano è nato a Montevideo il 20 maggio 1935, i suoi antenati da parte del padre erano di origine spagnola e provenivano da Tolosa, poco distante da San Sebastian nei Paesi Baschi. Quelli da parte di madre erano immigranti italiani provenienti dal Piemonte. Suo padre morì quando il piccolo José aveva 6 anni, era un piccolo allevatore che poco prima di morire, vide fallire la sua azienda.
Negli anni Sessanta Josè Mujica entra a far parte del Movimento di Liberazione Nazionale "Tupamaros".

In qualità di membro di tale organizzazione, ha partecipato a operazioni di guerriglia, pur continuando a lavorare nella sua fattoria fino al momento in cui ricercato dalla polizia si rifugia nella clandestinità. In uno scontro armato con i militari è rimasto ferito da numerosi proiettili. E' stato arrestato quattro volte, per due volte è evaso dal carcere di Punta Carretas. In totale, Mujica ha trascorso quasi 15 anni della sua vita in prigione. Il suo ultimo periodo di detenzione è durato tredici anni, tra il 1972 e il 1985, ed è stato particolarmente difficile.

E' stato uno dei leader Tupamaros che la dittatura civile-militare ha preso come "ostaggi", il che significava che sarebbe stato ucciso nel caso in cui la sua organizzazione avesse ripreso a compiere azioni armate. In tale situazione e in condizioni estreme di isolamento Mujica rimase undici anni. Liberato nel 1985 al ritorno della democrazia, fonda con altri uomini della sinistra dell’Uruguay il Movimento di Partecipazione Popolare (MPP), che aderisce al Frente Amplio. 

Nelle elezioni del 1994 è stato eletto deputato per Montevideo. E nel 1999 senatore. Nel 2005 diventa ministro dell’ agricoltura. Quattro anni dopo avendo vinto le primarie, diventa il candidato ufficiale del  Frente Amplio e il 29  novembre 2009 viene eletto alla presidenza della repubblica. 

Nel Marzo del 2010, alla presenza  tra gli altri di Hillary Clinton (USA), Luiz Inácio Lula da Silva (Brasile), Álvaro Uribe (Colombia) Cristina Fernández e Néstor Kirchner (Argentina), Rafael Correa (Ecuador), Hugo Chavez (Venezuela), Evo Morales (Bolivia) ha prestato giuramento.

Da presidente, come aveva promesso, vive nel verde della sua povera fattoria alla periferia di Montevideo. Con  sua moglie, la senatrice Lucia Topolansky e con Manuela la sua inseparabile cagnetta bastardina e a tre zampe (una persa in un incidente). Il palazzo presidenziale lo ha messo a disposizione delle associazioni assistenziali ed è diventato rifugio dei senzatetto.

Da presidente ogni mese riceve come indennità di carica 250.000 pesos (circa 10.000 euro) . Di questi utilizza circa 20.000 pesos che sono meno del 10% del totale. Il resto lo distribuisce alle O.N.G. (Organizzazioni Non Governative), che li usano per aiuti alle piccole imprese produttive e ai fondi di aiuto sociale. Sui pesos che gli rimangono dice: "quei soldi mi bastano e avanzano perché ci sono altri uruguayani che vivono con meno".

Da presidente ha proposto di donare le cifre astronomiche delle pensioni presidenziali che continuano a prendere gli ex presidenti dell’Uruguay.

Da presidente utilizza una semplice Chevrolet Corsa, come mezzo di trasporto ufficiale e ha abolito le auto blu. Prima, quando era deputato, per andare al parlamento usava uno scooter Vespa.


Da presidente veste in modo più “elegante” se così si può dire, rispetto a quando era attivamente  impegnato nelle campagne politiche, anche se il suo “look” è ben lontano dall’abituale  modo di vestire di un capo di stato.
Da presidente i giornalisti raccontano di episodi che lo descrivono come una persona del popolo che umilmente svolge il suo lavoro al servizio della gente dell’Uruguay. Un episodio ad esempio è avvenuto in un negozio di ferramenta del quartiere di Paso de la Arena a Montevideo dove Mujica aveva acquistato un coperchio di WC. Alcuni ragazzi che l’avevano riconosciuto l’hanno invitato nel Club della squadra di football di seconda divisione Hurricane. Senza scorta, quindi senza sicurezza e senza eufemismi, Mujica ha improvvisato un discorso di incoraggiamento per i giocatori che dovevano affrontare una partita, con in mano il sedile del water, appena comprato.

Da presidente secondo l'ultima dichiarazione depositata presso il Consiglio di trasparenza e di etica pubblica dell’Uruguay, Pepe Mujica possiede solo un bene: un maggiolino Volkswagen Fusca dal valore di 1.945 dollari. La fattoria dove abita appartiene alla senatrice Lucia Topolansky che a sua volta dona alle ONG gran parte del suo stipendio.

Da presidente, insieme alla moglie senatrice, non hanno conti in banca ma neanche debiti, coltivano fiori (tulipani) nei campi della fattoria dove vivono, e qualcuno lo vendono la domenica nel mercato rionale.

Da presidente Pepe Mujica dice di dormire sonni tranquilli e che spera di completare il suo mandato per potersi riposare ancora più tranquillamente tra i fiori della sua fattoria di Rincón del Cerro.


Ora chiediamoci riusciamo a immaginare la classe politica italiana che si comporta come Pepe?

Io purtroppo no.

Per quel che mi riguarda posso dire di ammirare Pepe Mujica e penso che tutti quanti dovremmo fare una campagna perché gli venga assegnato il premio Nobel.

5 commenti:

  1. Chapeau !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  2. Ma si, Franco, molto bene, un premio, anzi, un riconoscimento,perchè sia testimonianza, il Nobel per la Pace, a chi tutti i giorni, pur essendo un Capo di Stato, vive in pace con tutti, con il resto del Mondo.

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  3. Non so che dire, tranne quello che ho già espresso in più occasioni, cioè che i nostri politici( dal primo all'ultimo) dovrebbero solo vergognarsi perchè, non solo hanno stipendi da favola ma non svolgono nemmeno con coscienza il loro lavoro.
    Pepe Mujica dovrebbe essere un esempio per tutti, il Nobel per la pace è il minimo che un UOMO così merita.

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  4. Perfettamente d'accordo è semplicemente un uomo eccezzionale.
    Luigi.

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  5. Una favola per tutti, da imitare

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