venerdì 9 novembre 2012

Javier Heraud: El Río (Il Fiume)





Javier Heraud Pérez (Lima 1942 - Madre de Dios 1963)
 

Quando nel 1960 pubblicò El Río era un ragazzo di 18 anni ma aveva già idee molto chiare su quello che per lui era la poesia. Proprio con questa poesia  vinse il primo premio nel concorso "giovane poeta del Perù" nel 1961.


El Río

1
Yo soy un río,
voy bajando por
las piedras anchas,
voy bajando por
las rocas duras,
por el sendero
dibujado por el
viento.
Hay árboles a mi
alrededor sombreados
por la lluvia.
Yo soy un río,
bajo cada vez más
furiosamente,
más violentamente
bajo
cada vez que un
puente me refleja
en sus arcos.
2
Yo soy un río
un río
un río
cristalino en la
mañana.
A veces soy
tierno y
bondadoso. Me
deslizo suavemente
por los valles fértiles,
doy de beber miles de veces
al ganado, a la gente dócil.
Los niños se me acercan de
día,
y
de noche trémulos amantes
apoyan sus ojos en los míos,
y hunden sus brazos
en la oscura claridad
de mis aguas fantasmales.
3
Yo soy el río.
Pero a veces soy
bravo
y
fuerte
pero a veces
no respeto ni a
la vida ni a la
muerte.
Bajo por las
atropelladas cascadas,
bajo con furia y con
rencor,
golpeo contra las
piedras más y más,
las hago una
a una pedazos
interminables.
Los animales
huyen,
huyen huyendo
cuando me desbordo
por los campos,
cuando siembro de
piedras pequeñas las
laderas,
cuando
inundo
las casas y los pastos,
cuando
inundo
las puertas y sus
corazones,
los cuerpos y
sus
corazones.
4
Y es aquí cuando
más me precipito
cuando puedo llegar
a
los corazones,
cuando puedo
cogerlos por la
sangre,
cuando puedo
mirarlos desde
adentro.
Y mi furia se
torna apacible,
y me vuelvo
árbol,
y me estanco
como un  árbol,
y me silencio
como una piedra,
y callo como una
rosa sin espinas.
5
Yo soy un río.
Yo soy el río
eterno de la
dicha. Ya siento
las brisas cercanas,
ya siento el viento
en mis mejillas,
y mi viaje a través
de montes, ríos,
lagos y praderas
se torna inacabable.
6
Yo soy el río que viaja en las riberas,
árbol o piedra seca
Yo soy el río que viaja en las orillas,
puerta o corazón abierto
Yo soy el río que viaja por los pastos,
flor o rosa cortada
Yo soy el río que viaja por las calles,
tierra o cielo mojado
Yo soy el río que viaja por los montes,
roca o sal quemada
Yo soy el río que viaja por las casas,
mesa o silla colgada
Yo soy el río que viaja dentro de los hombres,
árbol  fruta
rosa   piedra
mesa corazón
corazón y puerta
retornados,
7
Yo soy el río que canta
al mediodía y a los
hombres,
que canta ante sus
tumbas,
el que vuelve su rostro
ante los cauces sagrados.
8
Yo soy el río anochecido.
Ya bajo por las hondas
quebradas,
por los ignotos pueblos
olvidados,
por las ciudades
atestadas de público
en las vitrinas.
Yo soy el río
ya voy por las praderas,
hay árboles a mi alrededor
cubiertos de palomas,
los árboles cantan con
el río,
los árboles cantan
con mi corazón de pájaro,
los ríos cantan con mis
brazos.
9
Llegará la hora
en que tendré que
desembocar en los
océanos,
que mezclar mis
aguas limpias con sus
aguas turbias,
que tendré que
silenciar mi canto
luminoso,
que tendré que acallar
mis gritos furiosos al
alba de todos los días,
que clarear mis ojos
con el mar.
El día llegará,
y en los mares inmensos
no veré más mis campos
fértiles,
no veré mis árboles
verdes,
mi viento cercano,
mi cielo claro,
mi lago oscuro,
mi sol,
mis nubes,
ni veré nada,
nada,
únicamente el
cielo azul,
inmenso,
y
todo se disolverá en
una llanura de agua,
en donde un canto o un poema más
sólo serán ríos pequeños que bajan,
ríos caudalosos que bajan a juntarse
en mis nuevas aguas luminosas,
en mis nuevas
aguas
apagadas.


Per quello che ne so, nessuno finora ha  tradotto El Río in italiano, perciò ci dobbiamo accontentare della mia traduzione.



Il fiume

1
Io sono un fiume,
vado scendendo per le
pietre larghe,
vado scendendo per
le dure rocce,
per il sentiero
disegnato dal
vento.
Ci sono alberi
intorno a me ombrosi
di pioggia.
Io sono un fiume,
scendo ogni volta più
furiosamente,
più violentemente
scendo
ogni volta che un
ponte mi riflette
nei suoi archi.
2
Io sono un fiume
un fiume
un fiume
cristallino nella
mattina.
A volte sono
tenero e
gentile. Mi
faccio scorrere delicatamente
per le valli fertili,
do da bere migliaia di volte
al bestiame, alle persone docili.
I bambini di giorno
si avvicinano,
e
di notte tremanti amanti
riflettono i loro occhi nei miei,
e affondano le braccia
nella chiara oscurità
delle mie acque spettrali.
3
Io sono il fiume.
A volte sono
bravo
e
forte
però a volte
non rispetto né la
vita né la
morte.
Scendo per le
infrante cascate,
scendo con furia e con
rancore,
sbatto contro le
pietre sempre di più,
le riduco una
ad una a pezzettini
interminabili.
Gli animali
fuggono,
scappano fuggendo
quando trabocco
per i campi,
quando semino di
pietrame le
scarpate,
quando
allago
le case e i pascoli,
quando
allago
le porte e i loro
cuori,
i corpi e i
loro
cuori.
4
Ed è qui che
di più precipito
quando posso parlare
ai
cuori,
quando posso
prenderli  per il
sangue,
quando posso
guardarli
dall’interno.
E la mia furia
si rasserena,
e divento
albero,
e resto immobile
come un  albero,
e mi zittisco
come una pietra,
e sto in silenzio come una
rosa senza spine.
5
Io sono un fiume.
Io sono il fiume
eterno della
felicità. Sento
le brezze vicine,
sento il vento
sulle guance,
e il mio viaggio attraverso
i monti, fiumi,
laghi e  praterie
non finisce mai.
6
Io sono il fiume che viaggia sulle rive,
albero o pietra asciutta
Io sono il fiume che viaggia sulle sponde,
porta o cuore aperto
Io sono il fiume che viaggia per i pascoli,
fiore o rosa recisa
Io sono il fiume che viaggia per le vie,
terra o cielo bagnato
Io sono il fiume che viaggia per i monti,
roccia bruciata o sale
Io sono il fiume che viaggia per le case,
Tavolo o sedia fluttuante
Io sono il fiume che viaggia dentro gli uomini
albero, frutta
rosa   pietra
tavolo cuore
cuore e porta
rimpatriati,
7
Io sono il fiume che canta
al mezzogiorno e agli
uomini,
che canta sulle loro
tombe,
quello che gira la faccia
davanti ai canali sacri.
8
Io sono il fiume notturno.
Già scendo nelle profonde
forre,
nei villaggi sconosciuti
dimenticati,
nelle città
affollate di gente
alle finestre.
Io sono il fiume
scorro nelle praterie,
ci sono alberi intorno a me
coperti di colombe,
gli alberi cantano col
fiume,
gli alberi cantano
col mio cuore di uccello,
i fiumi cantano con le mie
braccia.
9
Verrà il tempo
in cui dovrò
sboccare
nell’oceano,
che si mischieranno le mie
acque  limpide con le sue
acque torbide,
che dovrò
zittire il mio canto
luminoso,
che dovrò far tacere
le mie grida furiose
all’alba di tutti i giorni,
che schiarirò i miei occhi
con il mare.
Verrà il giorno,
e nei mari immensi
non vedrò più i miei campi
fertili,
non vedrò i miei alberi
verdi
il mio vento,
il mio cielo chiaro,
il mio lago scuro,
il mio sole,
le mie nuvole,
né vedrò niente,
niente,
unicamente il
cielo azzurro,
immenso,
e
tutto si dissolverà  in
una pianura d’ acqua,
dove un canto o più una poesia
saranno solo piccoli fiumi che scendono,
potenti fiumi che scendono a unirsi
nelle mie nuove acque luminose,
nelle mie nuove
acque
spente.








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