martedì 23 ottobre 2012

Javier Heraud, il poeta guerrigliero





Javier Heraud Pérez, poeta, nato il 19 gennaio 1942 nel quartiere di Miraflores (Lima) e morto il 15 maggio 1963 sul rio Madre de Dios al confine tra Bolivia e Peru, all'età di 21 anni. 

"Poeta e Eroe", come lo chiama un altro grande poeta peruviano Danilo Sanchez Lihon, morì crivellato da un plotone della Guardia Civil. I soldati lo avevano inseguito nell'intrico della giungla, era ferito e si era arreso facendo sventolare le bandiera bianca dalla canoa con la quale scivolava in mezzo al fiume, ma l'ordine era quello di ucciderlo.

Javier Heraud era uno dei più brillanti giovani della sua generazione, autore tra le altre della poesia Palabra de guerrillero  con la quale conquistò l'immortalità.


 Palabra de guerrillero 
(Javier Heraud)


Porque mi patria es hermosa
como una espada en el aire,
y más grande ahora y aun
más hermosa todavía,
yo hablo y la defiendo
con mi vida.
No me importa lo que digan
los traidores,
hemos cerrado el paso
con gruesas lágrimas de acero.
El cielo es nuestro,
nuestro el pan de cada día,
hemos sembrado y cosechado
el trigo y la tierra,
son nuestros,
y para siempre nos pertenecen
el mar
las montañas y los pájaros.



Parola di guerrigliero
(Javier Heraud)
 (traduzione di Antonio Porta)


Perchè la mia patria è bella
come una spada nell'aria
e più grande ora e di nuovo
e più bella ancora,
io parlo e la difendo
con la mia vita.
Non m'importa quel che dicono
i traditori
abbiamo chiuso il passaggio
con grosse lacrime d'acciaio.
Il cielo è nostro.
Nostro il pane quotidiano,
abbiamo seminato e raccolto
il grano e la terra,
sono nostri
e per sempre ci
appartengono
il mare
le montagne e gli uccelli






martedì 16 ottobre 2012

Sardegna: Natura unica e incontaminata, solo uno slogan.




Paeonia morisii Cesca, Bernardi et N. G. Passal.





Nel sito ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna, in particolare nella sezione riguardante l’Assessorato della difesa dell’ambiente pagina iniziale c’è la parte che ne descrive i compiti e l’attività. Tra le altre cose troviamo scritto: “Salvaguardia e valorizzazione della flora e della fauna selvatica” e “realizzazione di attività informative, educative e divulgative sullo stato dell’ambiente”. In effetti, tra altri compiti, un assessorato dell’ambiente dovrebbe avere proprio quelli.

Del resto, la nostra regione continua ad usare in modo strumentale lo slogan della “natura unica e incontaminata” e nel vantarsi di questo usa l’immagine di un bello e raro endemismo sardo la Paeonia morisiisa rosa ‘e su monte”. Avrebbe potuto usarne altri altrettanto belli e rari ad esempio Crocus minimus o Aquilegia nugorensis o ancora Campanula forsythii. Il problema è che questi come tutti gli altri, bellissimi e in molti casi rarissimi fiori endemici della nostra isola, non hanno nessuna protezione. Quali sono le norme emanate dall’assessorato che prevedono la loro salvaguardia?  Quali sono in tema di ambiente le attività informative, educative e divulgative dell’assessorato o di altri organismi istituzionali?

Queste domande che oggi pongo sui fiori, altre volte le porrò sui funghi, sulle orchidee spontanee, sulle piante officinali, su tutte le essenze botaniche. 

La “natura unica e incontaminata” usata come slogan si scontra con una realtà che consente l’uso dei diserbanti nelle cunette stradali, che non fa nulla per impedire l’estirpazione in modo incontrollato di tutte le essenze botaniche, che non prevede né tutele né salvaguardia alcuna nei confronti di habitat e biotopi presenti nel nostro territorio, che ci invidiano tutti ma che sono sottoposti gravissimi rischi di sopravvivenza.



Paeonia morisii Cesca, Bernardi et N. G. Passal.




Aquilegia nugorensis Arrigoni et Nardi





Crocus minimus DC.





Campanula forsythii (Arcang.) Bég.



A fine Novembre a Macomer in occasione della XVa Rassegna de s’antunna 2012, una serata è dedicata a questi temi. 
Coinvolgeremo i sindaci e gli amministratori che si occupano di queste problematiche, i botanici delle università sarde, le associazioni micologiche e botaniche e i singoli cittadini che con passione si stanno impegnando per trovare soluzioni a questi problemi. L’obiettivo è quello di creare un movimento che riesca a coinvolgere tantissimi cittadini che anche con manifestazioni pubbliche costringano la “politica regionale” ad occuparsi di queste questioni.

Naturalmente tutti voi che amate le natura sotto tutti i suoi aspetti  e avete a cuore la sua salvaguardia, siete invitati e sollecitati a partecipare. 

Date e luoghi del convegno li troveremo nella mia pagina facebook, in quella della Pro loco di Macomer, oppure in questo blog.




Le foto di Paeonia morisii n° 1 e 2 sono di Gian Battista Pau

La foto di Campanula forshytii è di Giovanni Solinas




mercoledì 10 ottobre 2012

Intossicazioni 3 (Armillaria mellea)


Armillaria mellea (Vahl) P. Kumm.

















In questi giorni, in Italia un po’ in tutte le regioni, vengono segnalati casi di avvelenamenti fungini.

Abbiamo letto, anche nei quotidiani isolani, di intossicazioni da funghi in particolare in Gallura. Alcuni di questi casi sono risultati abbastanza gravi e purtroppo alcuni riguardano intossicazioni di bambini.


Non posso non ribadire ciò che vado ripetendo dappertutto: bisogna  consumare solo i funghi che conosciamo per certo come commestibili, nel dubbio facciamoci consigliare dagli ispettori micologici delle ASL, ma soprattutto non facciamo mangiare funghi ai bambini.


Gli avvelenamenti più frequenti in questo periodo sono causati sia dall’utilizzo di specie tossiche da crude che vengono consumate senza sbollentarle lungamente prima per eliminare le tossine termolabili, sia dalla confusione di alcune specie tossiche che vengono raccolte e consumate al posto di specie commestibili. Nei casi Galluresi sono stati consumati Boletus luridus crudi.

Dal centro-nord Italia cominciano ad arrivare notizie di avvelenamenti per il consumo di specie pericolose che vengono scambiate per Armillaria mellea il comune e da molte parti ricercato “chiodino”. Sono stati segnalati alcuni drammatici casi nel Friuli, in uno di questi  è coinvolto un bambino di 2 anni.

Una delle specie friulane confuse coi chiodini è Lepiota brunneoincarnata che causa la sindrome falloidea, una delle più gravi, che infligge gravissimi danni permanenti agli organi, in particolare al fegato o addirittura può portare alla morte dell’incauto consumatore.



 Lepiota brunneoincarnata  Chodat & Martin




















Altra specie pericolosissima con la quale è possibile lo scambio è Galerina marginata, specie anch’essa causa di sindrome falloidea, che condivide  lo stesso habitat dei chiodini, abbastanza comune e frequente nei nostri boschi tra i tronchi e i rami caduti.


Galerina marginata (Batsch) Kühner



Nelle prossime settimane anche in Sardegna cominceranno le nascite dei chiodini e se avverrà quello che sta avvenendo in questi giorni nelle regioni del centro-nord, diventerà  concreto il rischio di numerosi avvelenamenti. Statisticamente la specie maggiormente confusa con Armillaria mellea è Hypholoma fasciculare,  non per nulla chiamata "falso chiodino". 

Quest’anno sta succedendo che le due specie (come potete vedere nelle foto del mio amico Pietro Curti, presidente di A.M.I.N.T. (Associazione Micologica Naturalistica Telematica) nascono insieme. Questo fatto fa correre rischi molto grossi agli incauti consumatori che potrebbero non conoscendo bene le due specie confonderle o addirittura mischiarle. 











Hypholoma fasciculare e Armillaria mellea (le tre foto sono di Pietro Curti)









Facendo parlare le statistiche scopriamo che nel tempo, gli intossicati dai "falsi chiodini "sono tanti. Hypholoma fasciculare,  contiene tossine termostabili che non possono in nessun modo essere eliminate. La loro ingestione è causa di sindrome gastrointestinale o resinoide. 


Hypholoma fasciculare (Huds.: Fr.) Kummer

Così come tanti sono stati i consumatori intossicati dai "veri chiodini" perchè poco cotti, o perchè non è stata buttata l'acqua di cottura . Bisogna sempre ricordare che Armillaria mellea è una specie che contiene tossine termolabili che possono e devono essere distrutte prima del suo consumo e questo va fatto con una pre bollitura di almeno 40 minuti. Ricordiamo che  le tossine restano nel liquido di bollitura, quindi alla fine, l'acqua deve essere completamente eliminata.  



Armillaria mellea (Vahl) P. Kumm.



















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Ancora su Armillaria mellea



Armillaria mellea è una specie che cresce cespitosa nei mesi autunnali, parassita sugli alberi vivi e saprotrofa nelle ceppaie, in pratica è una specie assassina che nutrendosi uccide le piante ospiti ma non le basta perché dopo si mangia anche i resti. Non sceglie una genere di pianta specifico ma è in grado di parassitizzare tutte le piante del bosco. Questo fatto le consente di assumere i più svariati cromatismi a seconda del ceppo dove si insedia, ecco perché le troviamo col cappello di colori più svariati che vanno dal biancastro al bruno scuro.
Sulla sua commestibilità, detto delle tossine termolabili che causano se ingerite lo stesso avvelenamento dell'Hypholoma cioè la sindrome gastrointestinale o resinoide, bisogna aggiungere che non bisogna mai consumarla se raccolta dopo gelate e tantomeno congelarla da cruda, il congelamento determina modificazioni chimiche nei suoi tessuti che la rendono tossica anche dopo cottura.

Armillaria mellea (Vahl) P. Kumm.



Infine due link al sito dell'A.M.I.N.T. sulle cose dette nell'articolo: